Don Nunzio non rischiava mai. Né in gioco, né in amore. Era metodico, ordinato e gentile. Mai una volta che avesse perso il controllo in vita sua. Neanche quando "la corriera" che doveva riportarlo in paese faceva un'ora di ritardo.
Attendere l'autobus era la cosa più odiosa che provava, ma ad aiutarlo a superare questa impresa quotidiana c'era Salvatore, il suo aiutante.
Ormai era prassi. Una volta che raggiungevano la fermata sul ciglio della strada, appollaiati sul muretto a secco che divideva la strada dalla campagna, iniziavano a giocare a scopa come se non ci fosse un domani.
Non c'era una posta in gioco, oltre alla sempreverde soddisfazione del vincitore.
Ed era pressoché impossibile che don Nunzio, per quanto benestante, si prestasse a scommettere somme di denaro o altre utilità. Non era nel suo stile mettere in discussione il proprio primato e Salvatore non faceva nulla per scalfirlo, lasciandogli vincere ogni mano.
Un giorno, alla fermata trovarono già in attesa don Pasquale, il quale invitato a giocare a discapito di Salvatore, accettò di buon grado. E quest'ultimo non parve dispiacersi della cosa.
Don Pasquale perse la prima mano, la seconda e anche la terza. Salvatore elogiava le qualità del suo padrone e malediceva il ritardo della corriera.
A un certo punto don Pasquale disse:
<< Mi sono ben annoiato di questo gioco. Non sono un grande esperto, eppure con una posta son certo che mi rifarei di tutte queste sconfitte in un colpo solo >>.
<< Impossibile! >>, replicò subito Salvatore.
<< Don Nunzio è il più forte giocatore di tutta la provincia! >>, esclamò a sua difesa, mentre quest'ultimo allontanava tali lusinghe come se stesse scacciando via mosche fastidiose.
<< È anche il più codardo, a quanto pare >>, fece l'altro.
<< È troppo buono, direi. Altrimenti avreste già perso diecimila lire! >>, disse Salvatore.
<< Bene! Allora giochiamocene altre dieci, così posso andare in pari >>, sghignazzò don Pasquale.
Don Nunzio, galvanizzato, finalmente accettò, e prima che la corriera arrivasse alla fermata gli avevano alleggerito il portafoglio già del doppio.
Già, perché la "corriera" lo salvò non solo dalla miseria, ma anche da due avversari, anziché uno.
<< La prossima volta che mi invitano a scommettere piuttosto mi taglio una mano >>, borbottò tra sé, mentre la corriera con un rombo infernale si rimetteva in moto, scotendo i suoi passeggeri dalla testa ai piedi