Ci fu chi scrisse le Elegie Duinisi e chi si cimenta nella Zuppa Daunese, senza alcuna ovvia pretesa di pari lignaggio. Mettiamo che in dispensa ci sia uno degli Chef più nobili d’Italia, una terra che sprizza natura in ogni canto ed un evento che pensa al ritorno al passato. Aggiungiamo un pizzico di granu salis – che male non fa – e voilà la zuppa è servita.
Sì, perché il 9 e 10 ottobre scorso a Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, sotto l’egida del Maestro Peppe Zullo, che di arte culinaria ne sa ed ha da vendere, si è tenuta la XXI edizione di Appuntamento con la Daunia, dedicata al Cibo del Futuro. Li per li ti vien da pensare che abbia sintetizzato qualche pillola magica al sapor di strascinati al cacioricotta, pezzetti di cavallo in umido e per finire le cartellate al mosto, tutto in un microbarattolo da taschino del gilet.
Col cavolo, cavolfiore, carota e zucchina! Lo Chef Mastro, armato dei suoi prodotti, se ne è ben guardato dal piegarsi a tanto imbruttimento tecnologico, proponendo un provocante e provocatorio énsemble orchestrale fatto di filosofia del vivere sano cominciando proprio dalla buona tavola, buona perché fa bene, non solo perché bella. Buona perché asseconda le stagioni e rispetta le colture senza forzature ne violenze. Buona perché vuole riportarci tutti indistintamente in contatto con la Natura.
Natura…ritorno alla natura…mi sovviene che anche un tizio di nome Jean Jacques Rousseau, alla fine di una epoca mica tanto lontana dalla nostra, reclamò a gran voce la necessità di ritornare più in contatto con la Natura – famoso il suo motto “Zueruck zur Natur” – per sopperire all’abbruttimento dell’epoca dei Lumi e della Rivoluzione Industriale. Qui abbiamo a che fare con la rivoluzione tecnologica che tende ahimè a smitizzare ogni desiderio insito nelle cose, e per cose intendo la res extensa di cartesiana memoria. Della cogitans inutile parlarne, estinta allo svoltar di millennio.
Per fortuna che ci sono i tipi come Peppe Zullo che ogni duecento anni tornano a farci visita, loro spiriti eccelsi delle rote supreme, per ricordarci la retta e smarrita via per uscir a riveder le stelle.
Per fortuna ci sono i tipi di Puglia che ovunque vadano portano seco il loro patrimonio genetico.
Morale della favola e della zuppa: andate ad Orsara, lo chef è sempre la come il principe di un feudo; oppure se proprio proprio in serata non ce la fate perché Milano-Orsara è un po’ lunga, approdate in via Pontaccio al 6, a Milano, al Bistrot Mò. Rischiate di trovarmi la di tanto in tanto…
Beh che aspettate, non siete ancora saliti in auto?
A cura di Gessica Marengo