DETTI E MISFATTI

Un caloroso saluto a tutti voi. In questa rubrica vi parlerò dei distillati e dei cocktail, (mi dicono che la s del plurale della lingua di Albione non si usa più è fuori moda), ah come passano in fretta però le mode, ebbene si quelle bevande allegre e colorate che di cui si parla tanto da qualche tempo per indicare quello che sembra essere diventato uno dei momenti più importanti della vita sociale reale, fuori dai social network, quelle cose che si bevono all’Happy hour (altra moda) su cui magari ci soffermeremo in una prossima occasione. 
Iniziamo con i cocktail, ebbene in questo lasso di tempo si è scritto in ogni dove, la parola è stata usata per definire qualsiasi proposta avesse più di un elemento, facile ed immediato.
Peccato che in pochi sappiano cosa sia un cocktail, e non mi riferisco certo alle storie colorite che si raccontano sulla nascita del nome, per quello ci sono già centinaia di libri, quasi tutti pressoché inutili, no sto proprio parlando dello “spirito” che è all’origine di un cocktail e non solo in senso alcolico. Cosa c’è dietro la nascita dell’idea stessa di mescolare più ingredienti per crearne una nuova.
Non mi riferisco, ovviamente, agli intrugli che preparano in modo approssimato e spesso anche deleterio in molti locali italiani solo perché così si attirano i giovani, che tanto non capiscono nulla (frase pronunciata di frequente dai gestori dei suddetti bar), vi parlerò di quelli che hanno attraversato il 20° secolo entrando a pieno titolo nella storia del costume di popoli totalmente diversi tra di loro che hanno trovato in queste ricette il loro comune denominatore.
Certo faremo, per questo, qualche viaggio nel tempo andando a capire dove, come e perché sono nate queste ricette che hanno superato lo scorrere degli anni senza mai invecchiare.
Quello che scopriremo sarà forse anche banale ma ci aiuterà a capire molto meglio come mai siano così famosi anche se quando li abbiamo assaggiati li abbiamo spesso trovati sgradevoli.
Le sorprese cominciano con le motivazioni, i cocktail sono nati per far bere alcol a chi l’alcol non lo beveva, le prime tracce ci portano all’inizio del 1800 quando per rendere bevibile i ruvidi whiskey distillati negli stati del Nord America i baristi più avveduti si accorsero che era meglio smorzarne la forte alcolicità grezza con gocce di essenze tipo l’Angostura, zucchero e acqua e aggiungendo una ciliegina candita al maraschino e la fetta di lime o limone per permettere al palato di non essere aggredito, è così che nasce l’Old Fashioned, lo scopo era ovviamente commerciale, si vendeva l’acqua allo stesso prezzo dell’alcol, mica male come idea no?
A questo si sono ispirati moltissimi altri drink che prevedono l’utilizzo di Seltz o Soda con una base alcolica.
Ma è grazie alla diffusione nel mondo di un prodotto piemontese - il Vermouth - nato a Torino più di 200 anni fa.  
Da allora, che nascono tutta una serie di cocktail che ancor oggi sono diffusi in tutto il mondo e di cui sicuramente avrete sentito il nomi citati in romanzi e film del secolo scorso.
Il Manhattan è uno dei più famosi cocktail a base di whisky; si serve come aperitivo. Si narra che l'inventore di questo aperitivo fosse un barman del Manhattan Club di New York (da cui il nome), che lo avrebbe preparato per la prima volta nel 1874, nella ricetta originaria veniva utilizzato solo Rye whiskey, ma oggi viene spesso sostituito con un whiskey canadese. A questo si ispira un altro grande classico il Rob Roy. La leggenda più accreditata vuole che sia stato creato da un Barman al Waldorf Astoria Hotel di New York, in occasione  della prima serata dell' opera lirica dedicata a Robert Roy McGregor (1671 - 1734) eroe popolare soprannominato "Rob Roy" o "Red Robert" per i suoi capelli rossi,  all’ Herald Square in Broadway per servire un aperitivo a Lord Wiston Churcill  che preferiva il whisky scozzese a quello americano.
Ma il cocktail che più di tutti ha solcato il costume del secolo scorso è senza dubbio il cocktail Martini. Alla prossima rubrica.

NOTE:

- OLD FASHIONED Digestivo
4 cl Whiskey 2 gocce di Angostura 1 zolletta di zucchero Seltz
Preparazione: Frullino, Tumbler basso o old fashioned, 
decorazione: 1/2 fetta di limone, 2 ciliegine rosse

- Nel 1786 Antonio Benedetto Carpano comincia a produrre, in una bottega sotto i portici della centrale Piazza Castello, un vino aromatizzato ottenuto con infuso di erbe e spezie.

- MANHATTAN Aperitivo
5.0 cl di Rye whiskey 
2.0 cl di vermouth rosso
1 goccia di angostura
Preparazione: si prepara mescolando (senza agitare) gli ingredienti all'interno del mixing glass con 2/3 di ghiaccio 
Si serve in coppa da cocktail tipo "Martini" ghiacciata.
decorazione:  una ciliegina al maraschino.

- ROB ROY Aperitivo
4,5 cl Scotch Whisky 
2.5 cl Vermouth rosso 
1 goccia di Angostura
Preparazione: si prepara mescolando (senza agitare) gli ingredienti all'interno del mixing glass con 2/3 di ghiaccio 
Si serve in coppa da cocktail tipo "Martini" ghiacciata.
decorazione:  una ciliegina al maraschino.

- MARTINI COCKTAIL Aperitivo 
8/10 Gin
2/10 Vermouth Dry
Preparazione Versare un po’ di Vermouth nel Mixing glass pieno di ghiaccio, raffreddare bene mescolando col frullino, scolarlo, aggiungere il vermouth dry e il Gin, filtrare in una coppetta Martini ghiacciata
Decorazione: oliva verde piccola o sprizzo di buccia di limone

A cura di Michele Di Carlo