Ed eccoci a riprendere il nostro viaggio nel mondo dei cocktail accompagnati dal grande poeta americano. Hemingway contribuì non poco al successo di svariati drink bevendone svariati litri al bar “ Floridita”. Il grande scrittore fu un assiduo frequentatore dei bar di Cuba durante la stesura del "Il vecchio e il mare", e cominciamo proprio col Mojito1 bevanda nazionale cubana insieme al Daiquiri2. Il drink non va assolutamente pestato, ma miscelato in tutti gli ingredienti a cui si aggiunge la menta. Il cocktail nasce nella seconda metà del 1800 con l’invenzione del rum light o blanco a Cuba, ma fu portato al successo da Heminguay nei primi anni 50, Hemingway era solito berlo, in maniera assolutamente abitudinaria, alla Bodeguita del Medio, preparato dal grande barman Angelo Martinez, una vera icona della cockteleria cubana. Il barman della Bodeguita riprese l'antica ricetta di una bevanda del 1600, preparata da Sir Francis Drake, il corsaro di Sua Maestà Britannica, pozione che ebbe successo e fama in tutti i Caraibi e che assunse il nome di Draque, in onore del suo creatore. La bevanda era una classica espressione del fare di necessità virtù. Il lime, ricco di vitamine, era il principale rimedio contro lo scorbuto, una grave malattia che colpiva gli equipaggi delle navi, a causa della carenza di vitamina C. La malattia si presentava sotto forma di gonfiori, gengive sanguinanti, perdita di peso e difficoltà nella guarigione delle ferite, cosa alquanto comune a quell'epoca di combattimenti cruenti. Il rum era il principale disinfettante dell'epoca sia per le ferite che per uso alimentare, fungeva anche antidepressivo, i marinai a bordo ubriachi il giusto non si ammutinavamo e ubriachi oltre il giusto avevano sufficiente "coraggio” per andare all'arrembaggio di una nave nemica, armati di semplice spada e pistola a colpo singolo. Lo zucchero di canna vergine, era una risorsa preziosa e facilmente reperibile ai Caraibi era un ottimo integratore alimentare. Sia il lime che la menta erano facilmente coltivabili a bordo delle navi e potevano anche essere conservati per lunghi periodi nelle stive delle navi. La menta, con la sua forte aromaticità era utile anche in cucina, per coprire eventuali olezzi, Il cocktail era armonico e dissetante, solo che il nome Draque non piaceva al nostro barman che decise di cambiarlo in Mojito, dall'etimologia piuttosto contrastata. la più poetica ed indica in mojo la parola vodoo per indicare "incantesimo", quindi Mojito, starebbe ad indicare un "piccolo incantesimo" che rende perfettamente l’idea di che sapore debba avere questo cocktail. Come spesso accade il passaggio dalle mani di un artista a quello dei mestieranti provoca un imbarbarimento del drink, in Italia si è diffusa la terribile mania di prepararlo come se fosse una simile ad una "Caipirissima alla menta", infatti il lime è pestato, insieme allo zucchero di canna scuro granulare spesso anche la menta subisce la stessa sorte, venendo ridotta in poltiglia con il ghiaccio tritato o pestato!!! Il vero Mojito è un dissetante dove la menta è semplicemente sprimacciata prima di essere messa nel bicchiere, per donare lentamente i suoi effetti balsamici. Come insegna la tradizione popolare la menta viene utilizzata in foglie o rametti interi per uso alimentare perché lo schiacciamento soprattutto del tronco provoca la fuoriuscita dei componenti chimici della pianta che sono: flavonoidi, acidi fenolici e triterpeni, ed in particolare un olio essenziale che rappresenta il cuore dell'estratto. Costituito per la maggior parte da mentolo (35-55%) e mentone (10-35%), l'olio essenziale di esclusivo uso farmaceutico è molto indicato per la preparazione di medicinali e preparati rinfrescanti tipo il talco mentolati. Va notato che queste proprietà sono limitate ad alcune specie di Mentha. Altre specie, p.es. la Mentha pulegium, contengono sostanze velenose. La menta pestata libera sentori amari netti, tipici dell'erba tagliata. E veniamo all’atro caposaldo della miscelazione cubana, il Daiquiri. Pare che il drink sia natonel 1896 e pare sia stato inventato da due ingegneri minerari americani tali Jennings S. Cox e Pagliughi che lavoravano in una miniera nella baia di Daiquiri che per dissetarsi dopo una giornata di lavoro miscelarono del rum bianco con le cose che avevano: lo zucchero di canna, il succo di lime e del ghiaccio. Il cocktail piacque molto e quando si trattò di decidere il nome, la scelta ricadde su quello della magnifica spiaggia. Il drink ebbe cosi successo che negli anni successivi l’ammiraglio Jonhson della Marina Militare Americana lo adottò come drink ufficiale, tanto che il lodge a Washington ha una targa al suo ingresso, a ricordare i due ingegneri. Daiquiri diventa un vero Must tanto che viene ripetutamente citato nel film "Il Nostro Agente all'Avana" (1958). Viene citato inoltre in "Improvvisamente l'estate scorsa" (film del 1959, diretto da Joseph L. Mankiewicz) da Kathrine Hepburn che lo offre a Montgomery Clift. Un Daiquiri è uno degli elementi chiave nel giallo Assassinio allo specchio di Guy Hamilton, dal romanzo di Agatha Christie. Al Floridita hanno dedicato ad Hemingway un Daiquiri che porta il suo nome conosciuto anche come Papa Doble3, pare che l'aggiunta del Maraschino alla ricetta, sia stata dettata dal grande scrittore che conobbe il liquore durante la sua permanenza in Italia durante la seconda guerra mondiale. Le successive evoluzioni del drink furono la variante frozen, cioè preparate nel blender elettrico in modo che il ghiaccio frullandosi gli desse la consistenza di una granita densa e poi le varianti con l’aggiunta di pezzi di frutta, in particolare fragole o banane che sono le uniche ricette riconosciute dall’I.B.A. International Bartenders Association. Ciò non toglie che si possa preparare con tutti i frutti privati dei semi, deliziosi sono i Daiquiri con pesche, lamponi, more, albicocche, ananas, passion fruit, papaja, melone e tutta la frutta che la vostra fantasia e la stagione propone. Al Daiquiri, ma soprattutto alla storia di Cuba è strettamente legato un altro grande classico della storia dei cocktail è il Cuba Libre4 Al termine della guerra ispano-americana, la seconda guerra di indipendenza cubana (1895-98) vinta anche grazie al’intervento militare degli Stati Uniti Comandati da Theodore Roosevelt, detto Teddy aiuto segretario della Marina che si dimise da ogni incarico governativo e entra nell’esercito. Raccoglie un corpo di volontari, i così detti "Rough Riders" e li comanda personalmente sul campo di battaglia di Cuba. Dimostra tutta la propria abilità di propagandista (e di giornalista) nel mandare resoconti dettagliati delle proprie imprese a tutti i principali giornali in patria. Entro la fine della guerra (durata solo pochi mesi e facilmente vinta dagli Stati Uniti), Roosevelt è un eroe nazionale, nonostante il suo battaglione abbia subito più perdite di qualsiasi altro nel conflitto. La notte della proclamazione dell’indipendenza i soldati americani per festeggiare con i patrioti cubani la vittoria sull' esercito spagnolo decisero di creare un cocktail originale e simbolico unendo la Coca Cola, icona americana e il Daiquiri cubano chiamando il risultato ottenuto "Cuba Libre" in onore della vittoria appena raggiunta. Altro grande protagonista della storia della miscelazione caraibica è il Piña Colada5 di cui si trova una citazione nell'edizione del 16 aprile 1950 del New York Times[trad.]:« I cocktails delle Indie Occidentali variano dal famoso Punch al rum della Martinica alla Piña Colada di Cuba (rum, ananas e latte di cocco). A Key West ci sono numerosi swizzles al lime e punch, e gli abitanti di Grenada usano noce moscata nei loro drink al rum. » Un'altra versione riconosce il Piña Colada come bevanda tipica di Porto Rico, paese dove si dice sia stato creato per la prima volta nel 1963 da Don Ramon Portas Mingot, che lo preparò come un cocktail originale a base di frutta, Nella Vecchia San Juan c'è una targhetta commemorativa in marmo per ricordare questo evento. Il drink dolcemente fruttato divenne molto famoso e richiesto dai clienti americani che affollavano l'isola da sogno, in cerca di divertimento. La sua fama si diffuse rapidamente anche al di fuori dei confini dell'isola e continua tuttora nei locali di tutto il mondo dove il cocktail è ancora molto richiesto, specie d'estate. A dimostrazione della fama raggiunta fu anche citato in una canzone dall'eccentrico cantautore americano Warren Zevon morto a soli 44 anni di un male incurabile, che nel testo piuttosto strampalato ed allucinato sosteneva di aver visto un lupo mannaro, ben pettinato, bere un Piña Colada, seduto ad un tavolo del Trader Vic, il famoso locale simbolo della Tili Era, aperto dal grossista di alcolici Victor Bergeron. Chiudo con un cocktail di casa nostra che è direttamente ispirato al Piña Colada. Nell’estate del 2006 su richiesta della Regione Puglia il governatore di Slow Food Michele Bruno mi chiede di pensare a creare un cocktail che potesse esprime in qualche modo la particolarità e la tipicità della produzione agricola del territorio creando un drink che potesse essere offerto agli ospiti dello spazio espositivo della Fiera del Levante. L’idea di calcare la fama e la freschezza del Piña Colada fu immediata, la Puglia ha spiagge che nulla hanno da invidiare a quelle caraibiche e produce frutti e prodotti di straordinaria bontà ed eleganza e quindi per creare il Puglia Colada6, questo il nome che ho dato al cocktail, ho utilizzato la stessa base alcolica, il rum, mescolandoli però con gli straordinari prodotti di questa terra magica. Il risultato è un drink che esprime tutta la sensualità di questa straordinaria regione con armonia ed equilibrio e si presta ad essere non solo un drink dissetante nelle calde giornate estive, ma anche un ottimo supporto per la preparazione di raffinatissime torte e nella versione analcolica (Virgin) anche di gustosi ghiaccioli che fanno la felicità di grandi e piccini. Perdonatemi per questa divagazione personale sulla mia ricetta ma, come avrete avuto modo di notare anche dalle ricette del numero scorso, a noi italiani non manca proprio nulla per creare cocktail che poi diventano di fama internazionale, tranne la capacità di replicarli in modo corretto e di farne delle bandiere, per questo poi ci facciamo abbindolare da improbabili miscugli che vengono dall’estero. Per completare il panorama dei cocktail caraibici più famosi e diffusi è doveroso citare anche:
Bacardi cocktail: 4 cl rum bianco, 2 cl succo lime, 1 cl sciroppo di Granatina
Banana Daiquiri: 4 cl rum bianco, 2 cl succo lime, 1 cl zucchero liquido di canna 1/2 Banana
Peach Daiquiri: 4 cl Bacardi bianco 2 cl succo di limone 1 cl sciroppo di zucchero di canna ½ pesca
Strawberry Daiquiri: 4 cl Bacardi bianco 2 cl succo di limone 1 cl sciroppo di zucchero di canna 3 o 4 fragole
Caipiriña: 4 cl Cachaça 1 Lime 2 cucchiaini di zucchero di canna bianco
pestare in un mortaio il lime e lo zucchero, mescolare la Cachaça
versare il tutto in un bicchiere colmo di ghiaccio pestato
Strawberry Colada: 4 cl rum bianco, 10 cl ananas, 2 cl latte di cocco, una fetta di ananas fresca 3 o 4 fragole
Tequila Sunrise: 6 cl Tequila bianca 14 cl succo d'arancia spruzzo di sciroppo di Granatina
Nel prossimo numero affronteremo la storia che con la loro eleganza hanno segnato lo stile dello scorso secolo e che stanno prepotentemente ritornando in auge..
1 Mojito: 4 cl rum bianco, 2 cl lime spremuto e non pestato, 1cl zucchero di canna liquido, completare con soda o seltz, un ramo di menta, ghiaccio a cubetti
2 Daiquiri: 4 cl rum bianco, 2 cl succo lime, 1 cl zucchero liquido di canna
3 Daiquiri Papa Doble: 4 cl rum bianco, 0,7 maraschino, 1 succo pompelmo, 0,3 cl sciroppo di zucchero, 1 cl succo di lime
4 Cuba Libre: 4 cl rum chiaro, 2 cl lime spremuto, 1 cl sciroppo di zucchero di canna liquido, ghiaccio shakerati, Coca Cola a parte
5 Piña Colada: 4 cl rum bianco, 10 cl ananas, 2 cl latte di cocco, una fetta di ananas fresca
6 Puglia Colada 4 cl rum bianco, 10 cl frullato di Percoca di Canosa, 2 cl latte di mandorle Maglio, 1 cl VincottO PrimitivO Agrodolce Terre Apuliae e ghiaccio
A cura di Michele Di Carlo