C’è un tema che sin dalla giovane età mi ha sempre intrigato. Si tratta della capacità di progettare le idee, del pensare oltre, di disegnare l’avvenire intuendo che, <il miglior modo di predire il futuro è crearlo>. Da questa visione, valorizzata strategicamente dalla “cultura del progetto”, sono nati diversi dei miei lavori e delle mie collaborazioni professionali che, soprattutto nel mondo del vino, hanno trovato un’applicazione e un innovativo sviluppo.
Per capire le qualità di un vino, infatti, non è sufficiente valutarne le sole caratteristiche sensoriali, o, tanto meno, descriverne “semplicemente” gli attributi olfattivi, interpretarne il gusto, identificarne le sfumature dei colori.
Un vino è anche tutto ciò, ma questo insieme di fattori non potrebbe esistere senza un complesso e articolato susseguirsi di decisioni, di pre-visioni, condizionate da innumerevoli elementi, a cominciare dalla variabilità dei fenomeni naturali, sociali ed economici.
Un vino non è solo un prodotto, un risultato finale di un’articolata filiera, ma è soprattutto la storia delle persone che l’hanno realizzato, dei luoghi e della terra in cui esso nasce, delle materie prime che l’originano, delle specificità climatiche che lo rendono unico.
Sono le relazioni, le connessioni, unitamente ai processi pratici di lavorazione, che circondano un vino, a dargli un valore variabile e superiore. Il vino, quindi, è un vero e proprio progetto, una sorta di medium, in grado di unire il micro e il macro, il locale con il globale, il singolo con la comunità, la natura con la tecnica.
Progettare qualcosa, nel nostro caso un vino, significa eseguire una serie di comportamenti complessi e interattivi tra loro che, se ci pensate, rappresentano un vero e proprio atto di “design del vino”, ma anche del territorio.
In fondo, come qualcuno ha rilevato, “l’etimologia di design risale al latino de + signare, che significa fare qualcosa, darle un significato, distinguerla con un segno, metterla in rapporto con le altre cose”. Il vino è anche questo e, se il design significa dare senso alle cose, progettare un vino è un po’ come disegnare un’idea, barattando significati e valori con il territorio. La cultura del progetto è anche questo, dare un significato buono alla vita. Nuovi sistemi che dialogano insieme, generando altri modelli, in grado di andare oltre, per generare nuovi paradigmi.
Giacomo MOJOLI, ottobre 2017