Approvata la legge “Salva Borghi”: cento milioni di euro in sei anni.
Piccoli e da salvare. Sono i Comuni con meno di cinquemila abitanti che rischiano di diventare “paesi fantasma” a causa dell’inarrestabile tendenza all’abbandono. Per questi piccoli comuni è stata approvata definitivamente in Senato la legge “Salva Borghi, ora in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento arriva al capolinea dopo ben tre legislature,proprio in questo 2017 dichiarato dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Anno italiano dei borghi. I comuni interessati dalle misure sono 5.591 in Italia, quasi il 70% dei comuni italiani. Di questi, ottantuno sono in Puglia, quasi un terzo dei comuni pugliesi. La legge punta a promuovere lo sviluppo sostenibile, migliorare la qualità dei servizi essenziali, contrastare lo spopolamento. Una dichiarazione di intenzioni che potrebbe diventare una possibilità concreta per molti. Per l’anno 2017 è previsto lo stanziamento di 10 milioni di euro e dal 2018 al 2023 saranno disponibili 15 milioni ogni anno: in sei anni si potrà contare quindi su una dotazione finanziaria di cento milioni di euro. A beneficiare dei finanziamenti saranno i comuni in aree interessate da dissesti idrogeologici, ma anche quelli economicamente più arretrati, con servizi sociali inadeguati, dove dal 1981 si è registrato un decremento della popolazione o vi è un disagio insediativo individuato su parametri definiti in base all’indice di vecchiaia, percentuali di occupati e così via in una vera e propria graduatoria delle situazione più complesse del Paese. Saranno finanziabili interventi strutturali come la messa in sicurezza di territorio, strade e scuole, interventi di rimboscimento, la riqualificazione del patrimonio immobiliare in abbandono, la banda larga per connettersi con il resto del mondo. Si semplificano le norme sugli alberghi diffusi, sulla gestione e il recupero del patrimonio ecclesiastico, si possono stipulare convenzioni per pagare le imposte comunali presso gli esercizi commerciali e istituire centri polifunzionali per fornire servizi, istruzione, commercializzazione di prodotti di filiera corta. I piccoli comuni sono roccaforti di saperi e tradizioni, qui si produce il 93% dei prodotti Dop e Igp e quasi l’80% dei vini più pregiati. Aiuti indispensabili per trasformare i borghi in una risorsa turistica, aumentando introiti e attrattività dei comuni. Piccoli solo per dimensioni e comunità, non per importanza e bellezza.
A cura di Giovanni Colonna